Cristina
nacque sulle rive del lago di Bolsena dove suo padre Urbano era
governatore. Quest'uomo era un mortale nemico dei cristiani, e si può
dire che non passava giorno senza che ne avesse qualcuno al suo
tribunale. Dalle risposte dei Martiri, Cristina apprese le prime
verità della fede. Istruita poi più profondamente da alcune pie
donne, divenne un'ardente cristiana. La buona giovane non parlò di
ciò al padre, ma un giorno, presa da compassione alla vista di un
gruppo di poveri che le chiedevano l'elemosina, spezzò tutti gli
idoli d'oro e d'argento di suo padre e li distribuì ai poveretti.
Urbano, che già notava da qualche tempo il mutamento della
figliuola, alla notizia portatagli dai servi si confermò nel dubbio
che essa fosse cristiana, e, pieno di collera, la fece chiamare a «
È possibile » le disse « che la tua mano si sia azzardata a
spezzare i nostri da immortali? Saranno da burla rispose Cristina «
se una povera fanciulla li può fare in pezzi. Lascia, o padre mio,
queste favole irragionevoli». Ho inteso « riprese Urbano » tu sei
cristiana, come già dubitavo, ma ti farò pagar caro il sacrilegio.
« Si, sono cristiana » rispose Cristina e niente potrà strapparmi
la fede, perché Gesù Cristo mi assiste. Il padre crudele la fece
battere con verghe e chiudere in prigione. Mandò i parenti più
prossimi perché la piegassero ai suoi voleri, ma nulla ottenne. La
condannò al fuoco e alla ruota contemporaneamente, ma Cristina non
ne riportò alcun danno. Ordinò che fosse gettata nel lago con un
sasso appeso al collo, ma essa tornò salva a riva. Nella notte
seguente il padre morì. Il
nuovo governatore, pure idolatra, inventò nuovi tormenti per
martirizzare Cristina, ma vedendosi sempre vinto, giudicò meglio
liberarla. Succedutogli il preside Giuliano, la martire fu di nuovo
arrestata e condannata al fuoco, ma, rimasta illesa per miracolo, fu
fatta penetrare nella gabbia dei serpenti, poi le fu strappata la
lingua, e finalmente condannata ad essere trafitta con le frecce. La
martire pregò Iddio a volerle finalmente concedere la corona del
martirio, e alle prime frecce scoccate dagli arcieri, l'anima di
Cristina salì al cielo a ricevere il premio delle tante battaglie
vinte. Venne seppellita a Bolsena nella chiesa a lei dedicata, e nel
1880 Giovanni Battista De Rossi ne scoperse il sepolcro che conteneva
ancora una parte delle sue reliquie. Altre reliquie della giovane
Martire sono a Palermo e a Roma in S. Maria Maggiore.